“Distanziometri e fasce orarie sono strumenti che si sono dimostrati inutili. Riproporli così sarebbe un grave errore. Il distanziometro non ha tutelato i giocatori problematici e patologici. Loro non si lasciano fermare da esso difatti sono disposti a percorrere chilometri per raggiungere un punto dove si offre gioco e preferiscono giocare proprio in luoghi appartati, lontani da casa e dal luogo di lavoro. E’ stato sfavorito il giocatore sociale, quello che gioca per svago e non ha problemi con il gioco, il quale non è disposto a spostarsi molto per giocare. Sicuramente i distanziometri hanno rappresentato un problema per la nostra categoria”.
Lo afferma Emilio Zamparelli Presidente Nazionale del Sindacato Totoricevitori Sportivi della Federazione Italiana Tabaccai nell’intervista rilasciata a PressGiochi MAG.
La Delega Fiscale promette di riordinare il settore dei giochi pubblici. Come giudica il testo su cui stanno lavorando le commissioni del Parlamento?
“Guardando indietro nel tempo, mi stupisco come il settore, nell’ultimo decennio, sia sopravvissuto ad un caos normativo senza precedenti. E’ arrivato il momento di mettere ordine, il settore ha bisogno di un quadro normativo chiaro che gli restituisca tranquillità e certezze. Mi pare che la delega, ispirata ai principi di salvaguardia del regime concessorio e autorizzatorio, della tutela della salute pubblica e del contrasto alla criminalità organizzata, possa rappresentare un ottimo punto di partenza”.
In Delega, manca qualcosa che giudica importante?
“Manca un’attenzione agli esercizi generalisti. E mi auguro che poi i decreti legislativi riconoscano alla rete generalista il giusto peso e la considerazione che merita.
Se oggi si parla di presente e futuro del settore lo si deve a questa rete che per decenni, sin dal dopoguerra, ha raccolto gioco nell’interesse dell’erario, con una attenzione alla tutela dei giocatori e rappresentando un presidio forte contro l’illegalità”.
Si parla molto di razionalizzazione e concentrazione dell’offerta. Questo è un aspetto che preoccupa i punti generalisti come le tabaccherie? Secondo lei come dovrebbe essere realizzata la distribuzione dell’offerta sul territorio?
“E’ sbagliato parlare di razionalizzazione e concentrazione dell’offerta. Non si tutela così il giocatore problematico. La distribuzione dell’offerta sul territorio deve essere uniforme. Se si lasciano zone scoperte, queste vengono occupate dall’illegalità. Bisogna evitare che ci siano zone sovraffollate di punti e altre sprovviste. Sono importanti gli esercizi generalisti, come le tabaccherie. Sono questi i punti che servono il giocatore sociale che gioca per svago. Il modello distributivo attuale, esercizi dedicati e generalisti, non dovrebbe essere messo in discussione avendo dimostrato di essere efficace”.
La rete delle tabaccherie è sicuramente quella con la distribuzione più capillare che negli anni ha potuto toccar con mano gli effetti degli interventi posti in essere dagli enti locali, come distanziometri e limiti orari. Come giudica questi strumenti?
“Distanziometri e fasce orarie sono strumenti che si sono dimostrati inutili. Riproporli così sarebbe un grave errore. Il distanziometro non ha tutelato i giocatori problematici e patologici. Loro non si lasciano fermare da esso difatti sono disposti a percorrere chilometri per raggiungere un punto dove si offre gioco e preferiscono giocare proprio in luoghi appartati, lontani da casa e dal luogo di lavoro. E’ stato sfavorito il giocatore sociale, quello che gioca per svago e non ha problemi con il gioco, il quale non è disposto a spostarsi molto per giocare. Sicuramente i distanziometri hanno rappresentato un problema per la nostra categoria. E pensare che le nostre tabaccherie, ambienti animati da un via vai di clienti, non si prestano ad essere frequentate da coloro che hanno un profilo problematico che invece prediligono luoghi più riservati. Inoltre la chiusura della raccolta del gioco in alcuni orari è risultata addirittura controproducente. Un giocatore compulsivo è indotto ad aumentare le sue puntate avendo meno tempo a disposizione. Ci sono stati provvedimenti locali che hanno chiuso il gioco in fasce orarie diurne consentendolo in quelli serali e notturne che sono proprio quelle predilette dal giocatore problematico. E se fino ad un decennio fa per poter giocare era necessario recarsi in un punto fisico, oggi basta avere il telefonino sul palmo della mano per poter aver accesso, in qualsiasi giorno e in qualsiasi ora del giorno e della notte, a tutti i giochi e allora ha ancora senso parlare di distanze e limiti orari? Hanno questi due strumenti, distanziometro e fasce orarie, raggiunto lo scopo di tutelare il giocatore? Mi sembra proprio di no”.
Quali sono le proposte che arrivano dalla filiera proprio per far fronte al tema del gioco problematico e patologico?
“Attraverso considerazioni pubbliche e audizioni gli operatori stanno dando un contributo importante alla stesura del riordino. E ritengo che un buon riordino possa nascere proprio dal confronto tra le parti. La tutela del giocatore parte da una rete professionale, altamente formata, e da campagne di responsabilizzazione sul gioco responsabile. I primi ad avere a cuore la tutela del giocatore problematico e patologico siamo noi operatori e siamo pronti a fare la nostra parte”.
Come potrebbe essere coinvolto l’esercente per divenire parte attiva nella diffusione di un’offerta di gioco responsabile?
“Già oggi l’esercente è parte attiva nella diffusione del gioco responsabile. Più di quanto si creda. E mi amareggia che non sia riconosciuto all’esercente il ruolo che svolge. Noi, come categoria, abbiamo svolto campagne di sensibilizzazione, cito quella del Moige. Ma non se lo ricorda nessuno. Siamo la prima linea, interveniamo quando ci accorgiamo che il giocatore esagera. Del resto, noi tabaccai, il più delle volte, conosciamo quel giocatore, conosciamo la sua famiglia, ci sentiamo moralmente responsabili e non ci tiriamo indietro quando bisogna intervenire”.
Lei ha recentemente affermato che prima di parlare di salute pubblica, bisognerebbe garantire la legalità dell’offerta…
“Solo un’offerta totalmente legale potrà garantire la tutela del giocatore. Se si lascia il giocatore nelle mani dell’illegalità, lui non sarà mai tutelato. Si deve arrivare ad un riordino che contempli, nella giusta misura, la tutela della salute pubblica, le entrate erariali, gli interessi della filiera e la lotta all’illegalità. Se solo una di queste dovesse essere trascurata, questo riordino sarà infruttuoso”.
Quali dovrebbero essere invece gli interventi sul fronte del gioco online che negli ultimi anni è cresciuto sensibilmente?
È indubbio che mentre il gioco terrestre ha subito limitazioni eccessive ed è stato vittima di pregiudizi e di una narrazione errata, il gioco online ha potuto svilupparsi nel silenzio e nell’indifferenza di tutti. Nessun vincolo lo ha interessato, nessuna limitazione. Eppure, stiamo parlando sempre di gioco, e addirittura di un’offerta che raggiunge il giocatore direttamente a casa. Forse è giunto il momento di ragionare, di riflettere anche su questo mercato e di pensare a strumenti di tutela anche del giocatore online”.
Come commenta la decisione del Governo di aggiungere un’estrazione settimanale a Lotto e Superenalotto per sostenere le regioni alluvionate?
“Il fatto che i proventi servano ad aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione è meritevole. Non è la prima volta che attraverso il gioco si raccolgono proventi da destinare a giuste cause. Pensiamo al terremoto in Abruzzo o ai restauri dei beni culturali con i proventi della seconda estrazione del lotto del mercoledì. E dunque qualsiasi considerazione sulla opportunità commerciale della quarta estrazione passa in secondo piano”.
(PressGiochi MAG – Cristina Doganini)