Piemonte: Anci e Confesercenti puntano su proroga
"L'Anci è assolutamente d'accordo per una richiesta di proroga, perché riteniamo che il territorio non sia pronto per accogliere l'esecutività di questa legge”. Netta la posizione espressa a Gioconews.it da Mauro Barisone, vice presidente dell'Anci Piemonte sulla applicazione della legge regionale in materia di gioco, che il prossimo 20 novembre inizierà a produrre i suoi effetti sul territorio, con la dismissione delle slot machine.
“Nulla è stato fatto per evitare le problematicità sul territorio e riteniamo che molte saranno le questioni critiche che nasceranno e che gli amministratori si troveranno ad affrontare. Ci dispiace che nell'incontro avvenuto lo scorso ottobre con il Cal (Consiglio delle autonomie locali) regionale sulla proposta di proroga viste le segnalazioni fatte anche dalle associazioni, non sia stato preso in considerazione quello che abbiamo richiesto ed evidenziato come un dubbio reale.
L'Anci è favorevole all'applicazione della legge, sia chiaro, ma nei termini e nei modi giusti, anche per la tutela della salute pubblica. Anci concorda con le intenzioni della legge sulla prevenzione del gioco patologico, c'è un impegno preciso, ma ribadiamo che in questo momento esistono motivi evidentemente politici diversi rispetto alla richiesta di una semplice presa di tempo per gestire al meglio il tutto, anche in vista della distribuzione dei fondi nazionali e regionali per il contrasto al Gap (45 milioni di euro, Ndr).
Abbiamo chiesto l'incontro con i responsabili regionali della legge per stabilire con loro un rapporto in accordo con i territori, perché riteniamo che ci siano molte esigenze discordi sui vari paesi e città della nostra regione".
Posizione simile quella espressa da Alberto Alberetto, vicepresidente di Confesercenti: “La Regione Piemonte accolga l’invito del governo e si adegui alla normativa nazionale sulle slot in via di approvazione, evitando che entri in vigore, lunedì prossimo, la normativa regionale, più restrittiva. La mossa del governo è solo l’ultima delle prese di posizione contro l’entrata in vigore, lunedì prossimo, della normativa regionale che – a causa del combinato disposto delle ‘distanze minime e dell’infinto elenco dei ‘luoghi sensibili’, dove non è possibile piazzare slot – rischia di eliminare oltre il 90 percento delle macchinette presenti nelle tabaccherie, nei pubblici esercizi e negli altri esercizi commerciali. Secondo i nostri calcoli, la mannaia della regione potrebbe abbattersi su circa 15.000 ‘macchinette’ (a esclusione di quelle che si trovano nei locali specializzati, alle quali è stato dato più tempo per mettersi in regola). Ovviamente quello delle slot non è l’unico introito per i circa 5.500 tabaccherie, bar e altri esercizi commerciali che vi dovrebbero rinunciare, ma certo per una parte di essi rappresenterebbe una diminuzione degli affari di non poco conto.
Questi sono i numeri, verso i quali chiediamo un supplemento di attenzione. Crediamo che la giusta esigenza di combattere la ludopatia possa essere contemperata con quella di non distruggere un intero settore economico, fatto non solo dei locali che ospitano le slot, ma di imprese di costrizione, installazione e manutenzione che vedrebbero calare drasticamente il loro mercato: si tratta di circa 15.000 addetti. C’è in via di approvazione una legge nazionale: la Regione – conclude Alberetto – ne tenga conto ed eviti di danneggiare gli operatori piemontesi con norme inutilmente punitive”.
AS.TRO - "Quello che come associazione potevamo fare lo abbiamo fatto - dichiara a Gioconews.it il presidente onorario di As.Tro, Mario Negro - e non chiedevamo di cambiare la legge, ma uno slittamento dei tempi. Sarebbe stato solo buon senso, visto che la Conferenza stato-regioni- enti locali ha dettato quello che sarà il riordino del settore. Il distanziometro così come pensato darà spazio alla illegalità e avrà problemi sull'occupazione. Sulla dismissione delle macchine dai locali, attendiamo da un momento all'altro il decreto del Governo, perchè portare via le slot dai ora significa bloccare le attività".
SAPAR - "Ritengo che il 20 novembre non ci possa essere il blocco delle macchine, perchè sarebbe un danno in primis per le aziende che hanno investito nel gioco legale. Abbiamo ridotto il gioco illegale quasi ai minimi termini e ora ci si ritrova in una situazione in cui gli operatori leciti devono chiudere. Sono molto dispiaciuto, perchè abbiamo tentato tutte le strade possibili, non abbiamo chiesto un passo indietro sulla legge, ma di aspettare e fermare la macchina esplulsiva degli apparecchi leciti. Bisognava attendere il decreto del Governo sul riordino del gioco, che prevede una forte riduzione dell'offerta delle slot machine e una maggiore sicurezza degli apparecchi. E' la domanda che fa l'offerta e la si razionalizza solo con una forte azione di prevenzione e formazione", dichiara a Gioconews.it Raffaele Curcio, presidente Sapar. "Il gioco si sta spostando sempre più sull'online e su nuovi dispositivi, quindi più che al divieto bisogna pensare alla prevenzione, altrimenti si rischia il ritorno dell'offerta illegale. Purtroppo continua a mancare una riflessione e un approfondimento su questo. Auspico che ci sia questo momento di ravvedimento in questi tre giorni che restano all'attuazione delle legge piemontese, anche in attesa dell'uscita del decreto governativo".
(GiocoNews/Sara Michelucci)