Giochi, Risso (Pres. FIT): “Il mancato accordo Stato-Regioni crea contraddizioni normative che ci penalizzano”

 

Un clima di incertezza normativa che non può essere tollerato e che è al centro dell’intervista di Giovanni Risso, presidente della FIT, pubblicata oggi su Affari & Finanza, l’inserto economico di Repubblica.

 

“Non è successo nulla a livello governativo, i comuni legiferano senza tenere conto dei regolamenti generali. Incidono sul gettito erariale e sull’industria stessa. Il primo sindaco che si sveglia la mattina e decide di cancellare un pezzo di industria, lo fa senza starci troppo a pensare” – ha dichiarato Risso – “ad esempio ho parlato col sindaco di Bergamo, gli ho spiegato che ci saranno dei ricorsi al Tar, che è illegittimo imporre orari di chiusura quando ad esempio, nella gestione del Lotto, i rappresentanti della filiera devono rispettare un contratto sottoscritto direttamente con i Monopoli. Mi ha risposto di fare ricorso e che ognuno vada avanti per la sua strada».

 

Insomma toni quasi di sfida dai rappresentati degli enti locali.

 

Il presidente di FIT interviene anche sull’attività portata avanti dal sottosegretario Pier Paolo Baretta: “Un impegno al quale però non hanno fatto seguito i fatti annunciati. È proprio a livello di governo che oggi si rende necessaria una presa di posizione decisa. Serve qualcuno che faccia rispettare la delega. Gli esercenti hanno bisogno di un orario nazionale, non è più possibile fare investimenti per poi vederli messi a rischio da singole iniziative sulle quali non si può esercitare alcun controllo”. E sul tema delle sale dedicate Risso sottolinea che: “Non ho ancora verificato una simile strada. Ma l’industria del gioco non può essere sintetizzata totalmente da questo tipo di soluzione. La verità è che è arrivato il momento di fare una distinzione netta tra tabaccai e bar. Due storie molto diverse, soprattutto in materia di gestione del gioco. Inoltre – ha concluso il presidente di FIT nella sua intervista a Repubblica – negli ultimi anni si è assistito a una corsa esagerata per piazzare più macchine possibili e forse se ne sono attivate troppe. Comprendo certe critiche ma proprio perché l’argomento va approfondito e risolto, ora si deve iniziare a fare chiarezza sul tipo di caratteristiche che si ritrovano nelle tabaccherie. La categoria che rappresento, deve sostenere degli esami presso l’Agenzia dei Monopoli, un percorso che poco ha a che vedere con chi gestisce attività di ristorazione. Noi abbiamo già una nostra disciplina e un’attenzione alla verifica dei clienti. Occupandoci di vendita di tabacchi, certe attività di prevenzione nei confronti dei minori le abbiamo sempre portate avanti”.

 

(Agimeg/ip)

indietro