Genova: la lotta al gioco lecito porta al boom di centri illegali, oltre 50 Ctd in Liguria (Gioconews intervista il Presidente Pastorino)

 

Al momento sono 51, di cui 25 concentrati nella sola città di Genova. A tanto ammontano i centri trasmissione dati - ovvero, centri di raccolta scommesse che operano privi di concessione - 'censiti' in Liguria dai Monopoli di Stato. Come riportato in un documento che circola in ambienti ministeriali e di cui Gioconews.it propone una lettura in anteprima, risalente tuttavia ai primi di settembre.

 

Un dato da interpretare, certo, ma che sembra dimostrare come la stretta sul gioco legale determinata dalla legge regionale prima e dal regolamento comunale genovese poi, abbia avuto come conseguenza il diffondersi di punti gioco non autorizzati collegati ad operatori esteri privi della concessione per operare in Italia.

 

LA QUESTURA CONFERMA - Cifre che trovano oggi conferma anche da parte della Questura di Genova, che oltre alla bontà delle stime ribadisce a Gioconews.it l'impegno, dallo scorso settembre, in una serie di controlli a tappeto su slot e Ctd in particolare, sulla scia di quanto sta accadendo anche in altri capoluoghi italiani. Bolzano in testa, dopo la denuncia della presenza di oltre 70 totem in decine di pubblici esercizi sparsi per tutta la provincia.

 

PASTORINO: "SONO MOLTI DI PIU'" - A commentare la situazione 'genovese' è Giorgio Pastorino, presidente del Sindacato Totoricevitori Sportivi, che dopo il varo dei vari provvedimenti locali aveva segnalato un aumento consistente dei Ctd. "Mi sembrano pochi; credo che siano decisamente di più, ma certo non tutti appaiono con grandi insegne", esordisce Pastorino. E in effetti, come indicato, il censimento risale ai primi di settembre e secondo le varie denunce pervenute dagli addetti ai lavori, la proliferazione dei centri di raccolta non autorizzati procederebbe a ritmi spediti che farebbero pensare a numeri ancora più ampi.

 

"A CHE SERVE LA TASSA SUI CTD?" - "Insieme a tutti i rappresentanti della filiera, in questi anni abbiamo chiesto un intervento contro la forte concorrenza esercitata dai Ctd, spesso vicini a corner provvisti di concessione. Sono perplesso rispetto all'ipotesi ventilata dal Governo di tassare questi centri, che da un lato pareggerebbe le forze in campo, ma dall'altro sarebbe inutile, perché gli obblighi a cui sono sottoposti i concessionari non sono solo legati al pagamento delle imposte. Resterebbero comunque altri obblighi fiscali, e il costo della burocrazia".

 

UN SISTEMA SOLO, E LEGALE - Il sistema, secondo Pastorino, "deve essere uno solo, quello legale/statale: non ce ne possono essere due paralleli. Per ora, può bastare la tassa sui Ctd, ma nell'attesa del nuovo bando serve anche un interevento deciso del Governo, che definisca nuove regole: o regolamenti locali omogenei su tutto il territorio nazionale o norme decise dal centro. Noi possiamo fare ben poco a livello locale, tranne i ricorsi in tribunale, che non sono una risposta concreta. Come dimostra quanto avvenuto nei giorni scorso al Tar Lombardia, dove in pochi giorni due sezioni hanno emesso sentenze opposte sulla legittimità del regolamento comunale di Milano sugli orari delle sale".

 

INCONTRI IN ADM - Il pericolo, conclude il presidente del Sindacato Totoricevitori Sportivi, è che nel frattempo "si crei una fase non chiara, in cui non si sa se gli interventi delle forze dell'ordine nel contrasto ai Ctd potranno continuare. Fatto che potrebbe far ulteriormente peggiorare la situazione. Dalla prossima settimana, tutti gli operatori della filiera parteciperanno ad una serie di incontri all'Agenzia delle dogane per discutere della questione e del futuro del settore e speriamo che serva. Noi, siamo molto preoccupati".

 

(fonte: Gioconews.it)

 

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