Pastorino (STS): "Impedire avanzata del gioco illegale e fuga dei concessionari"
Tanti i temi 'caldi' sul piatto. In primis l'esigenza di una legge nazionale che stabilisca regole di fondo conformi a quelle europee. "Pensavamo che con la delega fiscale le varie amministrazioni comunali e regionali avrebbero deciso di rallentare l'iter di regolamenti e leggi, invece c'è stata persino un'accelerazione in questo senso", commenta Pastorino.
IN LOMBARDIA - L'ultimo caso della serie è rappresentato dalla Regione Lombardia, al lavoro sulla definizione per il regolamento sugli accessi alle aree di gioco. "A due giorni dalla mia designazione - ricorda il presidente Sts - ho partecipato alle audizioni con gli operatori alla commissione Attività produttive per dare il nostro contributo alle norme in discussione: ci hanno detto che ascolteranno le nostre richieste. Abbiamo fatto presente che come tabaccai dobbiamo già sottostare ad una miriade di norme e che la sovrapposizione con altri provvedimenti rischia di bloccare il settore o di mandarlo comunque in crisi a breve. Noi non vogliamo mettere in discussione l'impianto della legge lombarda, ma solo avere certezze per la tenuta delle nostre aziende".
INVESTIRE PROVENTI NEL TERRITORIO - "Il nostro è un comparto che ormai non si può eliminare. Si può lavorare al suo riordino, per far sì che abbia il minor 'impatto' possibile sul territorio", prosegue Pastorino. "Siamo disponibili a far sì che una parte degli introiti venga reinvestita nei comuni: non solo per la cura e la prevenzione del Gap, ma magari per costruire strade, scuole, centri culturali. Quello del gioco patologico è indubbiamente un problema che esiste, ma per agire è anche necessario avere dei dati 'certi' sui malati, che oggi oscillano fra i 200mila e i 3 milioni".
ILLEGALITA' IN AUMENTO? - Oltre alle cifre sui giocatori patologici, Pastorino chiama in causa anche quelle sul gioco illegale, che secondo alcune stime sarebbe in ascesa. "Da tempo, dopo il varo dei vari provvedimenti locali, abbiamo segnalato un aumento consistente dei Ctd. Non si tratta di un allarme ingiustificato, ma di un fenomeno che finora non è stato mai percepito dalle amministrazioni, che preferiscono prendersela con il gioco pubblico. Si tratta di un problema complesso, che non può essere risolto dai regolamenti, e stiamo aspettando di ricevere i dati dalle Questure, ad esempio da quella di Genova, per dimostrarlo".
IL FUTURO DEL SETTORE IN ITALIA - Fra le preoccupazioni del Sindacato c'è però anche la sorte delle concessioni in scadenza. specialmente di quelle relative alla raccolta delle scommesse. "Con una situazione come quella attuale, c'è il rischio che le grandi aziende fuggano dall'Italia, quindi vogliamo capire quanti operatori sono disposti ad investire su di noi, e a non disperdere il patrimonio di risorse e personale costruito in questi anni. Per ovviare a questo pericolo, dobbiamo risolvere il problema della proliferazione di norme e dell'illegalità, e fare in modo che quello di Stato sia l'unico tipo di gioco consentito sul nostro territorio".
(Gioconews/fm)