Camera: Il PD torna a chiedere a Saccomanni di uniformare la tassazione dei diversi giochi

 

Lo chiedono in un'interrogazione rivolta al Ministro dell'Economia Saccomanni, i deputati del PD Causi, Bobba e Ginato, tornando su un tema già trattato in una proposta di modifica presentata alla Legge di Stabilità, che riguarda l'equiparazione delle tassazioni applicate ai giochi.

 

" Considerando il dato della raccolta relativo al 2010 (61,4 miliardi), in due anni c’è stato un aumento della raccolta del 44 per cento - scrivono i deputati - a fronte di una diminuzione delle entrate erariali del 7 per cento che per il 2012 ammontano a 8,1 miliardi (mentre nel 2010 ammontavano a 8,7 miliardi e nel 2011 a 8,6 miliardi)".  Le ragioni "deriverebbero dalla decisa diminuzione delle entrate derivanti dai giochi tradizionali (Lotto, Superenalotto e Scommesse) e dal rilevante aumento della raccolta derivante dalle slot machine, dovuto alla introduzione delle Videolotteries (VLT) e dai giochi on-line: tale aumento, stante il livello di tassazione basso rispetto a quello degli altri giochi, non produrrebbe entrate idonee ad assorbire il decremento delle entrate erariali", spiegano. Pertanto, "emergerebbe che i giochi tradizionali, quali la lotteria nazionale, sono soggetti ad una tassazione più elevata rispetto ad altre forme di gioco".  Di seguito il testo dell'interrogazione:

 

 

CAUSI, BOBBA e GINATO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. —

 

Per sapere

 

premesso che: il gioco pubblico, nonostante la grave crisi economica, ha conosciuto, in questi ultimi anni, una crescita esponenziale; il comparto rappresenta il 4 per cento del PIL italiano; secondo i dati dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) il valore complessivo delle giocate è aumentato, dal 2008 al 2012, da 47,5 a 88,6 miliardi di euro, determinando un incremento, nell’ultimo quinquennio, di oltre l’86 per cento; tale fenomeno rappresenta la fase finale di un lungo trend positivo che ha visto una crescita esponenziale del settore dal 1990 ad oggi (nel 1990 la raccolta dai giochi pubblici si attestava complessivamente a 5,1 miliardi di euro); tra il 1999 e il 2009, i giochi hanno fatto incassare in media all’Erario il 4 per cento sul totale delle imposte indirette e, in termini assoluti, hanno contribuito alle casse statali con una media di 9,2 miliardi di euro all’anno (confronta Simone Sarti e Moris Triventi, « Il gioco d’azzardo. L’iniquità di una tassa volontaria », La voce. info); il sostenuto aumento della raccolta non è coinciso con un analogo incremento delle entrate erariali, le quali hanno invece registrato una sensibile contrazione; considerando il dato della raccolta relativo al 2010 (61,4 miliardi), in due anni c’è stato un aumento della raccolta del 44 per cento, a fronte di una diminuzione delle entrate erariali del 7 per cento che per il 2012 ammontano a 8,1 miliardi (mentre nel 2010 ammontavano a 8,7 miliardi e nel 2011 a 8,6 miliardi); le ragioni di tale fenomeno deriverebbero dalla decisa diminuzione delle entrate derivanti dai giochi tradizionali (Lotto, Superenalotto e Scommesse) e dal rilevante aumento della raccolta derivante dalle slot machine, dovuto alla introduzione delle Videolotteries (VLT) e dai giochi on-line: tale aumento, stante il livello di tassazione basso rispetto a quello degli altri giochi, non produrrebbe entrate idonee ad assorbire il decremento delle entrate erariali; da un confronto sulla tassazione effettiva, calcolata sulla spesa netta, – tecnicamente definita Gross Gaming Revenues (GGR) –, ovvero delle imposte che gravano sull’utile loro al netto delle somme restituite in vincita, emergerebbe che i giochi tradizionali, quali la lotteria nazionale, sono soggetti ad una tassazione più elevata rispetto ad altre forme di gioco: la lotteria nazionale per ogni 100 euro di utile netto pagherebbe 75 euro di tasse; il gratta e vinci 58 euro; il Win for Life 66,5 euro; il lotto 51,6 euro; mentre le slot machines per ogni 100 euro di utile netto pagherebbero 49,6 euro di imposte e le videolotterie 43,5 euro; il gioco on-line risulterebbe, secondo questo schema, tassato ancor meno, al 20 per cento; a detta degli operatori, il valore sottotassato, per la categoria di giochi online, sarebbe tale in ragione dell’elevatissimo ritorno in termini di vincite ai giocatori, che si attesterebbe al 97 per cento, con la conseguenza che alla filiera (Concessionari + Stato) rimane il 3 per cento della raccolta totale; tuttavia una variazione del valore del ritorno in termini di vincita comporterebbe una migrazione dei giocatori su piattaforme illegali dove avrebbero vincite certamente superiori, con la conseguenza di un’ulteriore riduzione del gettito erariale e una minor tutela dei giocatori in termini di sicurezza; a decorrere dal 1o gennaio 2013, la misura del prelievo erariale unico (PREU) sull’ammontare delle somme giocate con gli apparecchi cosiddetti videolotterie (VLT), come da ultimo fissato dal comma 479 dell’articolo unico della legge 24 dicembre 2012, n. 228, (legge di stabilità 2013), è del 5 per cento, con un’addizionale pari al 6 per cento sulla parte della vincita eccedente i 500 euro, mentre per quanto riguarda le cosiddette newslot (AWP) il prelievo, per gli anni 2013 e 2014, è del 12,70 per cento sull’ammontare delle somme giocate e, a decorrere dal 1o gennaio 2015, aumenterà al 13 per cento; la percentuale destinata alle vincite è fissata per legge in misura non inferiore al 74 per cento; la determinazione dell’aggio e del compenso verso il concessionario del gioco e gli altri operatori varia, allo stato attuale, a seconda della tipologia del gioco; il disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale, all’articolo 14 prevede, tra l’altro, l’armonizzazione delle percentuali di aggio o compenso riconosciute ai concessionari, ai gestori e agli esercenti secondo un criterio di progressività legata ai volumi di raccolta delle giocate; un approccio sistematico ai problemi del settore non può prescindere da un’analisi di dettaglio delle specifiche tassazioni che vengono applicate ai singoli giochi, ai ricavi erariali ed agli introiti che ne derivano, con l’obiettivo di capire quali siano gli interventi di politica fiscale che possano garantire almeno il mantenimento di tale gettito, limitando al contempo, quanto più possibile, i danni derivanti dal gioco d’azzardo ed il pericolo di un massiccio ritorno all’illegalità che ha caratterizzato questo settore fino ai primi anni duemila –:

 

quali iniziative intenda porre in essere per recuperare la riduzione del gettito fiscale del settore dei giochi pubblici, a tal fine anche prevedendo di uniformare le basi imponibili sulle quali è applicata l’aliquota, modificando la misura del prelievo erariale unico così da eguagliare l’aliquota applicata agli apparecchi VLT a quella più elevata applicata agli AWP, allineando gli aggi applicati a giochi affini, incentivando i giochi che garantiscano occupazione e maggiori possibilità di effettuare controlli efficaci e prevedendo un incremento delle aliquote sui giochi che creano una maggior dipendenza patologica, quali quelli ad alta velocità di gioco come i giochi on-line. (5-02126)

 

(Agimeg/im)

 

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