Totocalcio, jackpot, schedina giornaliera, pubblicità: ecco tutte le novità proposte nell’incontro organizzato da ADM
La prima schedina venne giocata il 5 maggio 1946: l’idea del concorso venne a tre giornalisti sportivi, Massimo della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo. Aveva un nome diverso all’epoca, si chiamava schedina Sisal – quello di Totocalcio, ovvero Totalizzatore calcistico lo assunse nel 1948 quando passò sotto la gestione del Coni – una colonna costava 30 lire, sulla schedina c’erano due partite di riserva, nel caso ci fossero stati dei rinvii, e per vincere bisognava fare 12. Nel primo concorso a vincere fu un solo giocatore: Emilio Biasotti – un impiegato milanese originario di Roma – che vinse 426.826 lire. Per il primo concorso vennero stampate cinque milioni di schedine, ma ne vennero giocate appena 34mila. La Sisal distribuì quelle inutilizzate ai barbieri, servirono a pulire i rasoi. La popolarità del gioco crebbe però di concorso in concorso, già l’ottava schedina distribuì due vincite milionarie: un disoccupato di Genova e una casalinga di Bologna intascarono 1.696.000 lire a testa. Nella primavera del 1947, Pietro Aleotti, di Treviso, vinse 64 milioni. Non si era nemmeno accorto di aver fatto 12, ma aveva messo il proprio nome nell’apposita casella dietro la schedina, un’altra cosa che è cambiata nel tempo. Aleotti si era definito “Artigiano del legno”, perché costruiva bare. Nel 1948 il Totocalcio venne utilizzato per finanziare la trasferta olimpica di Londra, e il prezzo della colonna salì a 50 lire; nel gennaio 1951 arrivò la schedina con le tredici partite. I record di montepremi vennero stabiliti negli anni ’90. La vincita più alta venne registrata il 7 novembre 1993, quando una schedina con un 13 e cinque 12 regalò 5.549.756.245 lire. Il 5 dicembre 1993, complessivamente vennero distribuite vincite per 34.475.852.492 lire. Anche il Totocalcio nel corso degli anni si è progressivamente rinnovato, e è stato affiancato a una serie di giochi paralleli: nel 1994 arrivarono il Totogol, il Totosei e il Totobingol, Con il nuovo millennio il trend negativo si è accentuato, in Italia l’offerta dei giochi si è progressivamente ampliata, e la concorrenza di altri prodotti – le scommesse sportive in primis, forti di una formula più flessibile – è diventata insormontabile. L’età passa per tutti, anche per chi ha fatto epoca.
Ma per il Totocalcio potrebbe esserci una seconda vita. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ufficio per lo sport) e Sport e Salute spa, stanno lavorando ad un progetto di rilancio. Ed in questa ottica oggi c’è stato un confronto online con esperti e giornalisti di settore. Ecco i principali interventi:
Minenna (dir. gen. ADM): “E’ un gioco dalla lunga tradizione. ADM impegnata nel rilancio”
“Il Totocalcio è un gioco che ha una tradizione molto importante, per questo ci tenevamo molto a questo incontro. Inoltre, il Totocalcio non è nel novero di quelli a rischio ludopatia. Ha avito un grande boom negli anni ’90, a poi a causa delle innovazioni ha sofferto una serie di criticità”. Lo ha detto Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, aprendo l’open hearing organizzato per analizzare le criticità e le potenzialità del gioco.
Nepi (Sport e Salute): “Totocalcio è un brand che ha attraversato decenni. La parte più importante è la comunicazione”
“Non ci permettiamo in questa fase di fare un’analisi sulla tipologia del gioco. E’ una questione tecnica particolarmente difficile di cui rendiamo perfettamente conto”. Lo ha detto Diego Nepi di Sport e Salute. “Il messaggio che vogliamo far passare è che il totocalcio è un brand che ha percorso decenni. La parte importante secondo noi è la comunicazione del brand e dei jackpot. Si deve ripercorrere un concetto diverso, di semplice gioco e divertimento. E occorre sottolineare che i proventi possono essere reinvestiti nello sport e negli impianti, quindi chi sceglie di giocare sa che poi i proventi andranno a beneficio della sua vita reale”.
Felici (Agimeg): “Pensare ad un versione, anche giornaliera, che non sia la replica delle scommesse”
“Il Totocalcio ha un killer ben preciso le scommesse. Il calo0 della raccolta nel Totocalcio iniziò nel 1998, anno in presero il via le scommesse in Italia. Il nuovo Totocalcio dovrebbe quindi essere un mix tra scommesse e novità. Tra quest’ultime ad esempio ci potrebbe essere una versione “giornaliera” del Totocalcio. Inoltre il nuovo concorso andrebbe abbinato, anche se per il momento non è possibile, a una trasmissione televisiva come la Domenica Sportiva, sarebbe fondamentale per il rilancio del gioco”. lo ha detto Fabio Felici, direttore di Agimeg, intervenendo all’open hearing organizzato dall’ADM via Zoom per analizzare le criticità del Totocalcio. “Le strade ci sono, ma occorre portare questo gioco nel terzo Millennio. Con le dovute cautele, però, perché non deve essere una replica delle scommesse”.
Sbordoni (Utis): “Pronto progetto che recepisce gli input della modernità”
Utis intende invece presentare un progetto “che recepisce tutti gli input della modernità e del nuovo mondo delle scommesse” ha spiegato il segretario Stefano Sbordoni. “Si basa su due modalità, una a torneo e una sit&go”. Utis ha pensato anche al nome: “Si chiama BetChallenge”.
Sisal: “Prevedere modalità multimediali”
“La cosa fondamentale è recuperare un brand che e nell’immaginario collettivo è legato in modo indissolubile al calcio” lo ha detto il responsabile delle Relazioni Istituzionali si Sisal. “Di sicuro è un gioco che necessità di modalità diverse. Non possiamo più pensare a una schedina stampata ogni settimana come succedeva in passato, deve essere un prodotto con una meccanica moderna e con un carattere diverso rispetto alle scommesse. E deve essere pensato sia per il retail, sia per l’online, quindi con modalità multimediali”.
Zamparelli (Sts-Fit): “Importante formula semplice ed intuitiva”
“Bisogna parlare di un gioco di massa, per formare il montepremi. E quindi bisogna individuare il target” ha sottolineato Emilio Zamparelli di Sts-Fit. “Le scommesse sono un gioco specialistico, il nuovo totocalcio invece deve avere una formula semplice e intuitiva, facile da spiegare. Le categorie di vincita sono importanti, occorre pensare a un jackpot che sia elevato. Ogni volta in che – in passato – se ne creava uno elevato, le giocate salivano immediatamente”. Ma per Zamparelli, poi, “ci devono essere anche le vincite popolari”. E sulla rete vendita: “Deve essere diffusa, non si può pensare alla sola rete dei corner, proprio perché deve essere diffuso capillarmente. Anche per questo è fondamentale la remunerazione al punto vendita, negli ultimi anni ci siamo dimenticati un po’ il ruolo che hanno i ricevitori”.
Ughi (Obiettivo 2016): “Creare un jackpot per diversificarsi dalla scommesse”
Secondo Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016, “Il Totocalcio non riuscirà mai a essere competitivo con le scommesse sportive, con un palinsesto di centinaia di possibilità che di certo non possono finire su una schedina. Deve essere un gioco per le famiglie; e si deve consentire al giocatore di avere una serie di giorni per pensare la schedina, per condividerla e per socializzare”. Sulla questione del jackpot: “Se ne verrà previsto uno, sarà essenziale formare un pre-jackpot per creare attenzione” ha detto ancora Ughi, che poi riferendosi ai compensi della rete di distribuzione, “bisogna considerare che la rete vende quello che si rivela il prodotto migliore e che il cliente va dietro al prodotto del momento. Non è con la remunerazione del punto vendita che si incentiva il venditore, bisogna puntare sulla qualità del prodotto”.
Marasco (Logico): “Offrire la possibilità di pubblicizzare il nuovo gioco”
“Al di là delle meccaniche di gioco, servirà uno sforzo di comunicazione per rilanciare il prodotto” ha osservato Moreno Marasco, presidente di Logico, ricordando che l’attuale normativa vieta qualunque forma di pubblicità del gioco. “Senza intervenire su questo aspetto sarebbe impensabile rilanciare il Totocalcio, ma sarebbe fondamentale anche esentare dal divieto tutti i prodotti legati allo sport. Da tempo si sta cercando di rilanciare l’ippica, ma con il divieto di pubblicità è impossibile”.