Anche i tabaccai contro la nuova tassa sulle scommesse. Pastorino (Pres.STS): “Mancanza di senso della realtà e grande aiuto al gioco illegale e criminale che diventerà più competitivo”

Se la bozza circolata in questi giorni divenisse realtà, gli oneri fiscali crescerebbero di oltre il 30%, con il rischio di mettere definitivamente in ginocchio un settore già provato da due mesi di chiusura, a seguito dei provvedimenti per il contenimento della pandemia, dovuta al Covid-19.

“Mentre ancora non si intravede una data di riapertura per la raccolta fisica delle scommesse, né nei negozi dedicati, né nelle nostre tabaccherie che invece hanno continuato ad erogare altri servizi essenziali, tutto ci saremmo aspettati, tranne che una nuova tassa, anche se con il nobile scopo di aiutare lo Sport italiano” , dice Giorgio Pastorino, Presidente Nazionale STS. Si tratterebbe da parte delle Istituzioni, di una totale mancanza di considerazione e rispetto nei confronti delle imprese del gioco, delle centinaia di migliaia di lavoratori di cui il settore si avvale e delle loro famiglie.

Una mancanza di rispetto e senso della realtà tale da travolgere anche quei cittadini che, legittimamente, vogliono divertirsi giocando una scommessa: l’aumento di tassazione finirebbe, infatti, per diminuire sensibilmente le quote di vincita offerte ai giocatori, spingendo anche i più rispettosi delle regole verso il mercato illegale e criminale che diventerà sempre più competitivo.

“In quanto Rete dello Stato, ci dissociamo da qualsiasi scenario in cui la filiera possa operare in Italia senza concessioni e al di fuori delle regole, così come paventato da qualcuno – conclude il Presidente Nazionale del Sindacato Totoricevitori Sportivi – Per contro, suggeriamo di destinare una quota parte del gettito già previsto sulla raccolta delle scommesse allo Sport nazionale, senza ulteriori prelievi alla rete di vendita e ai giocatori”.

lp/AGIMEG

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