Legge gioco Piemonte, Tronzano (ass.): "Se il Consiglio dovesse presentare una proposta di legge per eliminare retroattività, sono pronto a sottoscriverla"

E' quanto ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive in Piemonte Andrea Tronzano al termine dell’audizione svoltasi questa mattina in seduta congiunta, delle Commissioni Lavoro e Sanità e del Comitato per la qualità della normazione e della valutazione delle politiche.

All’ordine del giorno le ricadute della legge “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”.

All’incontro - fa sapere la Regione - sono intervenuti rappresentanti delle associazioni di categoria, che hanno chiesto la moratoria degli effetti della legge regionale in attesa del riordino nazionale del settore, e degli enti di ricerca Eurispes e Ires Piemonte.

Domenico Distante, presidente di Sapar, si è soffermato sui danni provocati alle piccole e medie imprese del settore soprattutto dal punto di vista occupazionale e della sopravvivenza delle stesse. “Così facendo si va a incentivare il gioco senza controllo online, che danneggia anche i minori. Vi chiediamo di rivedere la posizione, noi non siamo contro di voi, ma vogliamo collaborare e chiediamo di essere aiutati”, ha detto.

Emmanuele Cangianelli, dirigente nazionale di Acadi, ha evidenziato a più riprese come la riduzione dell’offerta del gioco legale, oltre alle pesanti ricadute economiche, “stia generando maggiori rischi per i giocatori, visto che prima c’erano tutti i filtri per gli accessi ai luoghi di gioco”.

Anche Giorgio Pastorino, presidente nazionale di STS, ha auspicato il ripristino della situazione prima dell’entrata in vigore della legge regionale, i cui effetti dovrebbero invece essere applicati per i punti-gioco di nuova apertura. “Il Piemonte ha avuto fretta di legiferare, il distanziometro ferma il giocatore occasionale ma non quello patologico, che sceglie comunque altre strade. Il settore legale è sempre stato un argine al proliferare dei videopoker, strumenti utilizzati dalla criminalità” ha puntualizzato.

Per Sistema gioco Italia è intervenuto il dirigente nazionale Italo Marcotti. “Con questa legge si è voluto colpire un sistema di regole certe, ma non si fa nulla per contrastare l’illegalità. È stato commesso un errore politico, ma anche strategico” ha dichiarato.

Massimiliano Pucci, presidente di Assotrattenimento, ha chiesto un’attenta valutazione di tutti gli effetti. Per Antonio Rinaudo e Chiara Sambaldi di Eurispes, l’ente che ha realizzato la ricerca “Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte” dal punto di vista dei giocatori patologici la legge regionale sembra aver sortito pochi effetti, “se si considera che la richiesta di gioco è in aumento e che per i giocatori problematici e patologici le distanze non costituiscono un problema, dal momento che spesso vanno a giocare lontano da casa, una sorta di pendolarismo per tutelare la propria privacy. Non va sottovalutato, inoltre, che uno dei canali più utilizzati dalla criminalità per il riciclaggio di denaro è il gioco attraverso canali illegali”.

Marco Sisti di Ires Piemonte, presentando la ricerca “Il gioco d’azzardo in Piemonte prima e dopo la legge regionale 9/2016” ha invece evidenziato che “in questi anni si è assistito a una drastica riduzione dei volumi di gioco in Piemonte a fronte di un incremento nelle altre regioni”. Sono intervenuti - ha concluso la Regione -, per richieste di approfondimenti, i consiglieri Marco Grimaldi (Luv), Maurizio Marrone, Bongioanni (Fdi), Andrea Preioni, Valter Marin (Lega), Giorgio Bertola (M5s) e Domenico Rossi (Pd).

 

(Agimeg/cdn)

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