Decreto Dignità, il testo arriva oggi in Aula. Ecco tutte le novità sui giochi
La più importante è quella che vieta qualunque forma di pubblicità e sponsorizzazione dei prodotti da gioco: per chiunque trasgredisca il divieto è prevista una sanzione pari al 5% del valore della pubblicità (con un importo minimo di 50mila euro), i proventi andranno a rimpinguare il Fondo per il contrasto al gioco patologico, istituito presso il Ministero della Salute. Vengono fatti salvi solamente i contratti già stipulati, fino alla loro scadenza, e comunque non oltre un anno dall’entrata in vigore del decreto. Per far fronte al buco nel gettito che provocherà lo stop alla pubblicità, si ricorre alla vecchia ricetta dell’inasprimento del prelievo sulle slot: dal primo settembre e AWP verseranno allo Stato il 19,25% delle giocate, le Vlt il 6, 25%; dal 1° maggio 2019 poi, le aliquote passeranno rispettivamente al 19,5 e al 6,5%. La norma fiscale però è stata profondamente modificata dall’emendamento Trano, presentato e approvato venerdì scorso.
Passando alle proposte di modifica approvate, Silvia Fregolent (PD) ha chiesto che i Ministero dell’Economia monitori costantemente l’andamento delle giocate e riferisca in Parlamento almeno una volta l’anno. Ascani e Fregolent hanno invece chiesto che, entro il 1’ gennaio 2020, le slot e le vlt vengano dotate di un lettore elettronico per controllare la tessera sanitaria, in questo modo si dovrebbe impedire ai minori di giocare. Bellucci e altri hanno invece ottenuto il lancio – su scala nazionale – del logo NoSlot. Lo individuerà – entro sei mesi dalla conversione del decreto Dignità – il Ministero dello Sviluppo Economico, dietro proposta dell’Osservatorio per il contrasto al gioco patologico. Saranno poi i Comuni a rilasciare il logo a tutti quegli esercizi che rinunciano alle slot.
Baroni del M5S ha invece chiesto di sostituire – in tutti i testi normativi – la parola ludopatia con la definizione di disturbo da gioco d’azzardo. Nello stesso emendamento si prevede poi che per le lotterie istantanee – “indette dal primo gennaio 2019 o ristampate da tale data” – non si debbano indicare tra le probabilità di vincita i premi uguali o inferiori al costo della giocata.
Venerdì è poi stato approvato l’emendamento Trano (M5S) che riguarda l’esonero contributivo per i lavoratori più giovani, ma poi rimodula completamente il Preu e affida al Governo il compito riformare il settore dei giochi entro sei mesi. Per slot e vlt vengono previste una serie di aliquote:
19,25 e 6,25% a partire dal 1° settembre 2018,
19,6 e 6,65% a decorrere dal 1° maggio 2019,
19,68 e 6,68% a decorrere dal 1° gennaio 2020,
19,75 e 6,75% a decorrere dal 1° gennaio 2021.
Dal 1° gennaio 2023, infine, le aliquote tornano a scendere e si attestano definitivamente allo 19,6 e 6,6%.
E infine c’è la norma che affida al Governo – “entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione” del decreto – il compito di effettuare una riforma complessiva dei giochi “in modo da assicurare l’eliminazione dei rischi connessi al disturbo del gioco d’azzardo e contrastare il gioco illegale e le frodi a danno dell’erario, e comunque tale da garantire almeno l’invarianza delle corrispondenti entrate”, comprese quelle derivanti dall’aumento del Preu.
(Agimeg/lp)