Pastorino (STS): "Vietare il gioco non serve a nulla e porterebbe a chiusura delle aziende che lavorano per conto dello Stato"
Per scongiurare gli effetti del distanziometro, ha detto nel corso di un'intervista a Primocanale, "in Liguria negli ultimi anni hanno provato ad adeguarsi soprattutto le sale da gioco, che hanno cercato di andare ai confini della città per rispettare le distanze dai luoghi sensibili (in Liguria pari a 300 metri ndr), ma i luoghi sensibili sono così tanti che il 98% del territorio è off limit per il gioco. Per quel che riguarda noi tabaccai, questa cosa è assolutamente impossibile perché noi siamo vincolati ad altre distanze che riguardano tipicamente la nostra attività: abbiamo per legge delle distanze tra una tabaccheria e un'altra, e un rapporto di numero rispetto alla popolazione, quindi non potremmo comunque spostarci. Perciò la nostra attività è destinata a chiudere. Tra Genova e provincia ci sono circa 800 tabaccai, 2mila in tutta la Liguria, con una media di tre persone a tabaccheria, in quanto spesso sono aziende familiari, per un totale di 5-6mila addetti".
Sul testo unico che la Regione sta redigendo, "tendenzialmente è positivo, la logica è quella di mantenere l'esistente, ovvero lasciare aperte le attività che già ci sono, e invece impedire l'istallazione di nuovi punti gioco. In realtà va anche detto - ha proseguito Pastorino - che in questo momento il gioco sta regredendo a livello territoriale, perché lo Stato ha imposto con l'ultima legge di Stabilità un taglio del 30% delle slot presenti sul territorio, un po' di crisi ha fatto chiudere alcuni punti, e poi probabilmente il prossimo Governo emanerà una nuova direttiva che darà delle caratteristiche precise ai punti gioco. Bisognerà fare un passo in avanti dal punto di vista della professionalità e verrà prevista una certificazione per i punti di gioco che ne escluderà ancora una parte. In altre parole, congelando l'esistente si va verso una riduzione" dell'offerta di gioco.
Portando come esempio l'applicazione della legge sul gioco in due realtà italiane, Pastorino ha detto: "La provincia autonoma di Bolzano tre anni fa ha emanato una legge in cui chiudeva completamente alle slot all'interno dei bar e da giugno anche nelle tabaccherie. Il dato che è emerso è che in tre anni il numero di malati di gioco patologico è triplicato e oggi Bolzano è prima nella classifica del gioco illegale. In Piemonte invece, dall'inizio dell'anno sono state chiuse le slot nei tabaccai e nei bar, ma sono rimaste aperte le sale da gioco ai confini delle città, che hanno quadruplicato gli incassi, aperte 24 ore su 24 e quindi molto più pericolose per i giocatori, senza contare che ora sono tornati anche i congegni illegali. Da cinque mesi dall'entrata in vigore della legge regionale, in Piemonte ci si trova in una situazione molto peggiore di quella iniziale".
Infine, sul pericolo del gioco compulsivo, il Presidente STS ha detto che "vietare non serve a nulla. In Italia la domanda di gioco è alta e c'è la possibilità che la criminalità organizzata si riprenda il settore come ce l'aveva in mano 20 anni fa, e sicuramente non otterremmo nulla dal punto di vista della salute dei giocatori. Se oggi c'è una rete legale noi possiamo ragionare in termini di prevenzione, quando invece viene smantellata la prevenzione non c'è. Un altro discorso molto importante riguarda la tutela dei minori: oggi i minori giocano con lo smartphone e attraverso internet, non ha senso parlare di distanziometro. Oggi serve fare prevenzione e formazione, certamente non servirà chiudere un punto vicino a una scuola", ha concluso Pastorino.
(Agimeg/cr)