Bolzano, Villotti (Istituto Friedman): “I dati ci danno ragione, oltre il 75% degli altoatesini boccia legge su gioco”. Risso (Fit): “Normativa non tutela salute cittadini”. Pastorino (Sts): “Convinceremo la Provincia che sta sbagliando”
E’ quindi intervenuto il presidente del Sindacato Totoricevitori Sportivi, Giorgio Pastorino: “Il prossimo 1° giugno le tabaccherie ubicate sotto distanza da luoghi sensibili in Alto Adige dovranno togliere le slot. Non possiamo permetterlo, convinceremo la Provincia che sta sbagliando”.
Per l’avv. Geronimo Cardia: “La provincia ha aggiunto divieto a divieto aggiungendo luoghi sensibili, quando c’erano solo i prati liberi dal divieto di gioco. Poi hanno vietato i totem che sarebbe come dire che è vietato per i minori guidare la macchina. Il messaggio elettorale della provincia è: ho tutelato la salute dei cittadini vietando il gioco legale. Ed è vero? No assolutamente è il contrario e i dati lo dimostrano”.
Ha preso poi parola il presidente del Siipac, Cesare Guerreschi: “Il gioco viene prima della cultura, risale a 6.000 anni fa. Il proibizionismo come in Alto Adige non serve a niente, anzi è solo un danno. Così aumenta il gioco illegale, in Italia ci sono circa 5.000 punti vendita di gioco illegale. La formazione e la prevenzione, sopratutto nelle scuole, sono la cosa più importante”.
Duro il presidente dell’associazione culturale La Sentinella, Luigi Nevola: “Siamo in guerra! In guerra per difendere verità e legalità. Questa è la provincia più proibizionista d’Italia, questa legge dà da mangiare ai nuovi Al Capone. I tabaccai e le sale sono sentinelle della legalità sul territorio. Dal 2013 il mercato criminoso ha introdotto in 110 bar di Bolzano i totem che hanno sostituito il gioco lecito grazie alla legge proibizionista della provincia. Vietiamo il Lagrein perché ci sono gli alcolisti? Dobbiamo fare formazione e prevenzione, combattere l’illegalità a tutti i costi. Non combattere chi già difende la legalità”.
Per l’ex vicesindaco di Bolzano, Klaus Ladinser: “Nella nostra terra il gioco è radicato, come amministratore non era mai semplice fare la scelta giusta, ci volevano un po’ di regole. A suo tempo anche io ho sostenuto una chiusura, ma oggi bisogna trovare una nuova soluzione. Il settore del gioco deve costruire una sua immagine positiva soprattutto per i cittadini, questa è la priorità e il mio invito alla vostra assise è di lavorare su questo e su un confronto e dialogo più aperto possibile”.
Per Gabriele Giovannetti (capogruppo Il Centrodestra Uniti Bolzano): “In questa terra e in questa città dove sono consigliere comunale abbiamo molti modelli virtuosi, ma sul gioco siamo un modello negativo assoluto. Nella storia ogni volta che si cerca di vietare si alimenta l’illegalità. Il gioco produce una fonte di introiti per lo Stato molto importante. Creare disoccupazione in questo momento attraverso il proibizionismo é criminale”.
Alessandro Huber (segretario provinciale Pd) ha spiegato: “Sono venuto ad ascoltarvi perché anche noi abbiamo votato questa legge e o si decide di andare avanti nascondendo il problema sotto il tappeto, creando dei veri ghetti del gioco, oppure ci occupiamo del gioco in maniera seria tutelando anche le imprese. Dobbiamo trovare il modo di reinvestire in maniera utile i proventi del gioco, sulla cura dei giocatori patologici, ma anche sulla formazione e sulle opere pubbliche. Proibendo diamo un esempio sbagliato ai giovani. Bisogna avere il coraggio di dire che sul gioco abbiamo sbagliato, concentrarsi sulle cose serie come gap e imprese, e seguire l’esempio del Pd a livello nazionale”.
Per il consigliere regionale di FdI, Alessandro Urzì: “Anche pochi giorni fa c’è stata una proposta ulteriormente proibizionista in consiglio provinciale, che non é stata approvata soltanto perché esistono processi in corso in Consiglio di Stato. Serve una posizione di mediazione sul tema del gioco, che tuteli le imprese, per garantire la libertà della persona e dell’impresa, é fondamentale. Questa amministrazione provinciale ha fatto la gara dei divieti, che alla fine non aiuta i giocatori. In Alto Adige nel dibattito sul gioco non si é tenuto conto del comparto occupazionale che conta oltre 1.000 posti di lavoro. L’approccio della maggioranza é stato solo proibizionista e medicale, manca una visione complessiva alla politica locale”.
Massimo Bessone (commissario Lega): “Sono qui per ascoltare, si approfondisce sempre male e troppo poco il tema del gioco in tutte le sue sfaccettature”.
Giorgio De Carlo (direttore Quaeris): “Rilevo che c’è condivisione tra l’opinione dei relatori e quella dei cittadini altoatesini. Oltre il 75% degli altoatesini boccia le politiche dell’amministrazione provinciale sul gioco. L’opinione pubblica é chiaramente contro il proibizionismo, il 90% non vuole i divieti, ma prevenzione, lotta contro illegalità e tutela dei minori. Quasi il 50% degli altoatesini non conosce nemmeno un giocatore patologico. Il gioco online cresce e preoccupa. Anche qui ennesima bocciatura del proibizionismo”.
Ancora Andrea Maria Villotti (direttore generale Istituto Milton Friedman): “Per cessare il proibizionismo negli USA ci sono voluti 5 presidenti, spero a Bolzano non ne servano 5 considerando che l’amico Durnwalder é stato in carica 25 anni. Siamo a disposizione per cambiare legge”.
(Jamma)