La FIT vince di nuovo! Due centri in una settimana

Dopo aver tempestivamente impugnato l’ordinanza dinanzi al TAR, la FIT, in collaborazione con STS, ha presentato puntigliose e ineccepibili argomentazioni che sono state accolte in toto dal collegio giudicante.

Mancanza di istruttoria, indebita analogia tra gioco lecito e gioco patologico e assoluta mancanza di considerazione per gli interessi degli operatori legali del gioco, con riferimento al principio di proporzionalità. Sono questi i principali argomenti sui quali i giudici hanno basato la decisione che sconfessa punto per punto l’ordinanza del Comune.

Tra i passaggi della sentenza, uno in particolare, relativo all’insufficienza dei dati sulla ludopatia posti a giustificazione delle restrizioni, colpisce per la saggezza del giudizio: quello dove si afferma che il gioco patologico costituisce “ovviamente” cosa diversa dal gioco lecito.

E’ quello che da sempre affermiamo in difesa della categoria: il gioco da noi offerto è assistito da garanzie di trasparenza e regolarità e i giocatori trovano un ambiente favorevole all'adozione di comportamenti moderati.

Non è da noi che il germe della ludopatia attecchisce!

E ancora, i numeri sui malati d’azzardo snocciolati dai detrattori del gioco sono “contraddittori” e “ininfluenti”, come affermato dai giudici toscani. La prevenzione della salute deve essere garantita sì, ma non a spese dei tabaccai che offrono giochi disciplinati dal legislatore statale.

Nell’aggiungere alla bacheca dei successi anche questa importante sentenza, consolidiamo il peso sindacale della categoria traendo forza per future battaglie.

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