La rete terrestre sulla forca
La mancata impugnazione da parte del Governo di questa legge, come di altri analoghi provvedimenti regionali, è sintomatica della mancanza di interesse nei riguardi della questione. Del resto, spedire la legge di Trento sul banco della Corte Costituzionale non sarebbe cosa da poco: significherebbe mettere in discussione l’intero impianto normativo che, in nome della prevenzione e della cura dalla dipendenza da gioco, sta di fatto mutilando l’offerta di gioco legale nel Paese.
E' dunque evidente che, almeno in questo momento, il Governo non ha intenzione di affrontare la sfida che si era già tentato di risolvere in sede di attuazione della delega fiscale sui giochi. Un tentativo naufragato anche, e forse soprattutto, a causa della mancata convergenza tra la posizione intransigente delle amministrazioni locali e quella, più elastica e pratica, del Sottosegretario Baretta.
Sta di fatto che la questione è oggi intrappolata in una pastoia difficilmente districabile che rischia però di tramutarsi in un cappio al collo della rete legale di raccolta terrestre.
E’ tempo che lo Stato si renda conto che Regioni e Comuni ci stanno conducendo neanche troppo lentamente alla forca!
Visto che non ci si può affidare alle ondivaghe decisioni di volta in volta scaturenti dai TAR, la soluzione deve venire proprio dall’Amministrazione statale, dal Governo o dal Parlamento e - qualunque sia lo strumento scelto - in ogni caso in tempi brevi.