L'arma più pericolosa: la pialla normativa
La differenza è data dal fatto che oggi abbiamo una normativa molto particolareggiata che descrive puntualmente le caratteristiche amministrative e tecniche degli apparecchi e i requisiti che si devono possedere per ottenere le relative licenze di installazione. Altrettanto chiaramente sono descritte le fattispecie di violazione con conseguenti sanzioni sia di natura amministrativa che penale.
A ciò si aggiunga l’elenco pubblico degli operatori di gioco tramite apparecchi la cui introduzione, quattro anni fa, ha rappresentato un ulteriore strumento di garanzia della trasparenza del settore.
Il risultato è che il gestore della sala di Monza dovrà rispondere di diversi capi di imputazione e, sommando tutte le sanzioni che gli verranno applicate, probabilmente perderà tutto ciò che fino ad oggi ha guadagnato illecitamente.
Sebbene ci sia ancora molto da fare, sia nei confronti delle sale slot abusive sia nei confronti dei CTD non regolarizzati, il comparto dei giochi è oggi assistito da una esauriente normativa sanzionatoria delle fattispecie illegali.
Purtroppo, la stessa spinta repressiva giustamente adottata dallo Stato per i punti illegali sembra aver ispirato i legislatori locali nei riguardi dei punti di raccolta autorizzati.
Che, in talune regioni e in molti comuni, rischiano sanzioni salatissime per comportamenti che nulla hanno a che fare con quello – deplorevole – del titolare abusivo di Monza.
Il paradosso sta dunque nel mettere sullo stesso piano fattispecie diverse tra loro: l’unica cosa che si ottiene è livellare tutto iniquamente e senza distinzioni. Questa pialla normativa è l’arma più pericolosa.