Sisal in borsa? Niente più scuse per i canoni!


Ma significa anche che la nostra azione volta alla restituzione dei canoni fino a oggi versati alla Sisal - che è stata avviata pochi giorni prima dell’annuncio di quotazione in Borsa e di cui vi rendiamo conto nelle pagine che seguono (vedi Il Ricevitore Italiano di aprile/giugno 2014) - cade in un momento che non poteva essere più favorevole.
Nel senso che questa operazione permetterà di disporre di fondi tali che la nostra richiesta, che da ultimo mira all’eliminazione dei canoni, non potrà non essere presa in considerazione.


Se non dalla Sisal, almeno dal Tribunale che ci accingiamo in questi giorni a investire della relativa causa.


Dati alla mano, possiamo dimostrare che la Sisal, nel solo 2013, ha tratto dai canoni 77.600.000 euro. Possiamo dimostrare che l’aggio reale dei ricevitori – quello che rimane dopo aver versato tutti questi soldi a Sisal – si riduce all’1,59% sul costo colonnare contro l’8% predeterminato per legge.


A maggior ragione e a gran voce, dunque, chiediamo oggi la soddisfazione delle nostre ragioni. Ma non si tratterà più di agire sul tavolo della concertazione con Sisal: a dirimere la controversia sarà il Collegio giudicante del Foro di Milano.

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