Rendere comprensibile la materia dei giochi per tutelare il settore

A ottenere una diffusa risonanza mediatica è stato da ultimo lo studio condotto dall’Associazione Artigiani e Piccole Imprese (CGIA) di Mestre presentato a Roma nel corso di un convegno organizzato da Astro lo scorso 4 luglio.

Ad attirare l’attenzione sul rapporto, il numero dei lavoratori del settore degli apparecchi che potrebbero perdere il posto a forza di inasprimenti fiscali e divieti sempre più stringenti: ben 17.000 sui 57.000 occupati diretti e indiretti.

Come a dire, rischia di scomparire il 30% di un comparto che con le awp e le vlt genera un gettito erariale di oltre 6 miliardi l’anno (il dato è riferito al 2017).
6 miliardi - si legge nel rapporto - coincidenti con le risorse servite nel 2019 per reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, in mancanza dei quali ogni famiglia italiana dovrebbe versare 234 euro di tasse in più all’anno.

Associare le potenziali perdite del mercato dei giochi a un ipotetico effetto gravante direttamente sulle tasche dei cittadini è utile per dare un’idea chiara della situazione anche alla platea dei non addetti ai lavori. Chi lavora nei giochi sa bene quanto possano essere deleteri gli aumenti della tassazione e le misure restrittive emanate a livello nazionale e locale ma chi non è direttamente coinvolto – ci riferiamo alla politica e all’opinione pubblica – deve poterne valutare i possibili effetti con dei parametri di confronto più “familiari” e pratici.

Anche in questo risiede l’importanza degli studi, dei convegni e delle pubblicazioni sul gioco e della loro divulgazione a tutti i livelli di informazione.

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