Ci risiamo! Il settore degli apparecchi tartassato


Ma così non è perché mentre l’aumento della tassazione è istantaneo e opera già dallo scorso 1 gennaio, la diminuzione di due punti percentuali del ritorno in vincite è tutt’altro che immediata.


Per renderla effettiva è infatti necessario un intervento fisico sulle slot ad opera di personale tecnico (gestore o incaricato del concessionario). Si tratta, in buona sostanza, di sostituire le schede di gioco poste all’interno delle macchine ovvero, in alternativa, di sostituire l’intero apparecchio.


Naturalmente, queste operazioni richiederanno tempo e denaro e i gestori dovranno trovare l’uno e l’altro prima di poter intervenire sull’intero parco macchine formato, attualmente, da circa 265.000 unità sull’intero territorio nazionale.


E a rimetterci sono, per quanto ci riguarda, i tabaccai nelle cui rivendite sono installate le awp, come se non bastassero le già tante restrizioni disposte da leggi regionali o ordinanze comunali.


Il settore italiano degli apparecchi è il più tassato in Europa – la pressione è ben oltre il 60% - e il più limitato dal punto di vista normativo. Il margine di guadagno è già ridotto al lumicino e, se si continua così, si spegnerà del tutto. È forse proprio questo che si vuole ottenere? Spazzare via l’offerta di gioco legale tramite apparecchi facendola morire per consunzione?


Pur ammettendo che nelle recondite intenzioni del legislatore non ci sia un secondo fine “distruttivo”, è ciò che si realizzerà nella pratica. E in ogni caso, anche senza arrivare a rinunciare definitivamente agli apparecchi, per gli esercenti non ci sarà modo di recuperare quanto perso dall’1 gennaio al giorno in cui il pay out sarà conformato alla normativa vigente.


Questa vicenda si può riassumere in una semplice considerazione: non si fanno quadrare i conti pubblici annichilendo l’iniziativa economica. È un principio che vale per tutti i campi dell’economia, gioco pubblico incluso.

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